L’arrivo della stagione estiva, con il relativo aumento delle temperature, l’umidità e la frequente esposizione a mare e piscina può alterare l’ambiente vaginale e urinario, rendendolo più vulnerabile. Il caldo, in particolare, favorisce la sudorazione e l’umidità costante della zona intima, soprattutto se si indossano costumi bagnati per molte ore, creando un ambiente ideale per la proliferazione di batteri e funghi.
Ne parliamo con la dottoressa Barbara Bocconcello, Responsabile di Ginecologia e Ostetricia di Humanitas Castelli di Bergamo.
Dottoressa Bocconcello, quali sono le infezioni vaginali più comuni durante l’estate?
«In questa stagione la cistite è tra le infezioni più comuni. Colpisce soprattutto le donne, che hanno un’uretra più corta rispetto a quella maschile e che per questo è più esposta al passaggio di batteri tra l’ano e la vescica, soprattutto l’Escherichia coli».
Quali sono le principali cause e i sintomi più evidenti della cistite?
«Tra le cause principali ci sono disidratazione, scarsa igiene dopo il bagno, rapporti sessuali non protetti, uso eccessivo di salvaslip e costumi umidi indossati per lungo tempo. I sintomi sono facilmente riconoscibili: bruciore durante la minzione, bisogno frequente di urinare, urina torbida o maleodorante, dolore al basso ventre e, nei casi più gravi, febbre».
Anche le vaginiti aumentano in estate, per quale motivo?
«Sì, queste infiammazioni della vagina possono avere un’origine infettiva – la causa più comune di vaginite è la candida, responsabile di infezioni genitali spesso associate a batteri che causano perdite odorose – oppure non infettiva, legata a sostanze irritanti o a squilibri ormonali. Oltre alle perdite odorose, i segnali più comuni delle vaginiti sono prurito, bruciore, perdite vaginali anomale e dolore durante i rapporti sessuali».
Come ci si può difendere dalle infezioni vaginali?
«La prima arma di difesa è l’idratazione. Bisogna cercare di bere almeno 1,5–2 litri d’acqua al giorno, così da diluire le urine ed espellere eventuali batteri. Anche l’alimentazione può fare la sua parte grazie all’effetto diuretico e antinfiammatorio della frutta estiva come anguria, melone, cetrioli, pesche e mirtilli. Yogurt e fermenti lattici, poi, aiutano a mantenere l’equilibrio della flora batterica, mentre è consigliabile ridurre zuccheri semplici, alcol e lieviti, soprattutto nel caso in cui ci sia un’infezione in corso».
Dal punto di vista dell’igiene personale, come ci si deve comportare?
«L’igiene quotidiana personale è essenziale. È da preferire fare una doccia piuttosto che un bagno ed è fondamentale cambiare subito il costume bagnato ogni volta che si esce dal mare. Bisogna anche evitare l’uso di lavande vaginali quando non necessarie, oppure di detergenti profumati e indumenti troppo aderenti o sintetici, che provocano un aumento dell’umidità locale. In estate è meglio optare per biancheria di cotone, abiti traspiranti e un’igiene intima che non alteri il pH vaginale. La scelta del detergente è importante: meglio un sapone di Marsiglia naturale, senza parabeni, che supporti la flora batterica vaginale».
Quali accorgimenti, invece, sono utili per evitare recidive?
«Svuotare la vescica dopo i rapporti sessuali, asciugarsi correttamente dopo il bagno, non trattenere la pipì troppo a lungo e non abusare di salvaslip sono tutte abitudini da adottare per prevenire recidive. Anche i rapporti sessuali frequenti senza lubrificazione adeguata possono aumentare il rischio d’infezioni».
Che cosa fare se i sintomi persistono o si ripresentano con frequenza?
«In questi casi è necessario consultare un ginecologo o un urologo. L’automedicazione, soprattutto con antibiotici non prescritti, può aggravare la situazione o provocare resistenze. Solo l’esame delle urine o il tampone vaginale possono individuare il microrganismo responsabile e consentire l’adozione di una terapia mirata. In alcuni casi, è utile associare alla cura farmacologica anche probiotici specifici. In caso di infezioni ricorrenti, il medico può valutare una profilassi con antibiotici a basso dosaggio, oppure con fosfomicina, da assumere a cadenza mensile o dopo i rapporti».
In caso di infezioni croniche, infine, qual è la terapia considerata al momento più efficace?
«Nei casi di infezioni croniche sia a livello vaginale, sia delle vie urinarie, le linee guida più recenti, alla luce del ruolo centrale del microbiota intestinale nella genesi di queste patologie suggeriscono un approccio terapeutico che agisca alla radice del problema. Tale strategia prevede, in una fase iniziale, una dieta priva di carboidrati, lieviti e latticini per un periodo di due settimane, abbinata all’assunzione orale di un probiotico specifico, come il Lactobacillus crispatus, per almeno un mese. Questo approccio ha lo scopo di privare i microrganismi patogeni, inclusa la candida, del loro nutrimento principale, favorendo invece la crescita dei batteri “buoni” e rafforzando così le naturali difese dell’organismo. Sconsiglio fortemente invece l’uso di antibiotici in assenza di un’infezione batterica o comunque senza un previo confronto con uno specialista».
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