Types: febbre
Faringite
Che cos’è la faringite?
La faringite è un dolore, un fastidio o una sensazione di prurito presente a livello della gola che rende spesso la deglutizione dolorosa. Può essere associata a mal di testa, febbre, dolori muscolari, dolori articolari, sfoghi cutanei e linfonodi ingrossati. A determinarla è il gonfiore della faringe.Quali malattie si possono associare alla faringite?
Tra le patologie che possono essere associate alla faringite, ci sono: clamidia, disfagia, gonorrea, mononucleosi, odinofagia, otalgia, raffreddore, infezioni da Streptococco A, infezioni da Coxsackie, influenza, mal di gola, massa o tumefazione nel collo. È sempre bene, in presenza del disturbo, chiedere un consulto al proprio medico, soprattutto in caso di persistenza dei sintomi.Quali sono i rimedi contro la faringite?
In caso di faringite gli antibiotici sono consigliabili solamente in presenza di un’infezione batterica, poiché per le infezioni virali questi farmaci sono inutili. È possibile cercare di migliorare la propria condizione con bevande fredde o calde, gargarismi con acqua salata, antinfiammatori e caramelle per la gola. Anche l’impiego di un umidificatore può contribuire a sentirsi meglio.Con faringite quando rivolgersi al proprio medico?
Qualora la faringite non si risolva nell’arco di qualche giorno, se sia associato a eczema, febbre alta o linfonodi del collo ingrossati è bene contattare il proprio medico. Meglio invece rivolgersi al Pronto Soccorso qualora sia associata a difficoltà respiratorie.Gambe dolenti
Che cosa si indica con “gambe dolenti”?
Si parla di gambe dolenti quando si presenta una condizione di dolore o disagio che viene avvertito in una gamba o in entrambe le gambe. Si può trattare di un dolore sordo e diffuso oppure di un fastidio più intenso e localizzato, che può essere percepito come bruciore, crampo muscolare o fitta.Quali sono le cause delle gambe dolenti?
Le gambe dolenti possono derivare da varie cause. In genere si associano ad affaticamento muscolare o a disidratazione, che può essere legata all’assunzione di farmaci come statine o diuretici. Altre cause del dolore alle gambe possono essere traumi, stiramenti, tendiniti o altre condizioni patologiche.Quali patologie possono essere associate alle gambe dolenti?
Tra le numerose patologie che possono essere associate alle gambe dolenti, ci sono: artrite, aterosclerosi, ernia del disco, gotta, insufficienza renale, insufficienza venosa, piede diabetico, policitemia vera, tromboflebite, trombosi venosa profonda, vene varicose, tumori ossei. Non si tratta di un elenco esaustivo e in permanenza dei sintomi si consiglia di rivolgersi al proprio medico curante.Quali sono i rimedi contro le gambe dolenti?
La cura per le gambe dolenti varia a seconda della causa che ne è alla base. Quando deriva da un eccesso di attività fisica bisogna agevolare il riposo delle articolazioni e intervenire con impacchi freddi. Nel caso in cui la causa sia un’insufficienza venosa bisogna al contrario tenere le gambe in movimento così da favorire la circolazione del sangue, tenerle sollevate quando sono a riposo, bere molti liquidi, consumare molta frutta e verdura e integratori di potassio oltre a evitare calore eccessivo.Gambe dolenti, quando rivolgersi al proprio medico?
Se l’indolenzimento alle gambe deriva da un trauma o da una contusione è necessario rivolgersi a un pronto soccorso per ricevere le cure del caso. Se insieme al dolore si registra anche gonfiore alle gambe, dolore ai piedi o vene varicose è consigliabile chiedere un consulto con uno specialista, cioè un angiologo, un flebologo o un chirurgo vascolare. Se il dolore sorge improvvisamente e non scompare dopo due-tre giorni, se è associato a febbre, gonfiore o rossore della parte interessata, se è acuto o se peggiora e rende difficili i movimenti, è il caso di rivolgersi al proprio medico senza esitazione.Gonfiore del dito
Che cos’è il gonfiore del dito?
Il gonfiore del dito riguarda una o più estremità delle mani e può comportare, nei casi più gravi, anche un grave impedimento del loro utilizzo, se non addirittura l’impedimento totale ai movimenti e alla funzionalità delle mani stesse.Quali altri sintomi possono essere associati al gonfiore del dito?
Al gonfiore del dito possono affiancarsi altri sintomi come dolore, prurito, bruciore e rossore della zona interessata dal gonfiore.Quali sono le cause del gonfiore del dito?
Il gonfiore del dito può avere varie cause come traumi, fratture, lussazioni, infezioni o infiammazioni. Può inoltre essere originato da varie patologie, tra cui: artrite, distrofia muscolare, allergia da contatto, herpes simplex, sindrome del tunnel carpale, tenosinovite stenosante, osteoporosi, sclerosi multipla e tumori.Quali sono i rimedi contro la presenza di gonfiore del dito?
In presenza di gonfiore al dito la parte interessata deve essere tenuta a riposo. Per alleviare il gonfiore si possono effettuare impacchi freddi e, nel caso in cui non si tragga beneficio, su indicazione medica si possono assumere farmaci antinfiammatori.Gonfiore del dito, quando rivolgersi al proprio medico?
Una situazione in cui il gonfiore del dito si protrae nel tempo senza diminuire deve essere portata a conoscenza del proprio medico curante. Nel caso in cui il gonfiore sia stato causato da un trauma si consiglia di rivolgersi al pronto soccorso per verificare se vi sia o meno una frattura. Una visita tempestiva deve essere prestata anche nel caso in cui il gonfiore si presenti all’improvviso e sia accompagnato da febbre alta o da appannamento della vista.Infezione da Bukholderia mallei
Che cos’è l’infezione da Bukholderia mallei?
La Burkholederia mallei è un batterio gram-negativo dotato di metabolismo aerobico. È il batterio che provoca la morva, una patologia infettiva che colpisce particolarmente i cavalli ed è trasmissibile all’uomo (anche se estremamente rara nell’uomo). Può essere contratta naturalmente da altri mammiferi come capre, cani e gatti. La diagnosi dell’infezione da Burkholederia mallei si effettua in laboratorio isolando il batterio da campioni di sangue, pelle, espettorato o urine.Come si contrae un’infezione da Bukholderia mallei?
Le infezioni da Bukholderia mallei (o morva) si trasmettono all’uomo attraverso un contatto con tessuti o liquidi corporei di animali infetti. I funghi batterici entrano nel corpo attraverso tagli o abrasioni sulla pelle e attraverso il contatto con le mucose degli occhi e del naso. Si sono verificati anche casi di infezione aerea, ma sono rari.Quali sono le malattie e i sintomi legati all’infezione da Bukholderia mallei?
L’infezione da Bukholderia mallei (o morva) può associarsi a patologie e presentarsi con sintomi molto diversi tra loro, come: febbre, brividi, sudorazione, dolore muscolare, dolore al petto, rigidità muscolare, cefalea, secrezione nasale, la sensibilità alla luce (a volte con eccessiva lacerazione degli occhi).Come può essere curata l’infezione da Bukholderia mallei
Considerata la rarità dei casi umani di morva, le informazioni sui trattamenti antibiotici disponibili e sul loro possibile esito nell’uomo sono limitate. I prodotti a base di sulfadiazina sembrano essere efficaci sia negli animali sia negli esseri umani. Inoltre, il batterio che causa la morva è generalmente sensibile a: tetracicline, ciprofloxacina, streptomicina, novobiocina, gentamicina, ceftazidima, sulfamidici. Non è attualmente disponibile un vaccino per la morva. Nei paesi in cui la morva è diffusa, la prevenzione della malattia nell’uomo determina l’identificazione e l’eliminazione dell’infezione nella popolazione animale. In ambienti sanitari, la trasmissione può essere evitata utilizzando le precauzioni di contatto con i pazienti infetti.Importante avvertenza
Le informazioni fornite sono di carattere generale e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. In caso di malessere, consultare il proprio medico o il pronto soccorso.Infezione da Bukholderia pseudomallei
Che cos’è l’infezione da Bukholderia pseudomallei?
Il batterio Burkholderia pseudomallei provoca la melioidosi, definita anche “malattia di Whitmore”, una patologia infettiva e trasmissiva diffusa soprattutto nelle regioni del sud-est asiatico e dell’Australia settentrionale. In aggiunta all’uomo, diverse specie di animali sono molto sensibili alla melioidosi: pecore, capre, maiali, cavalli, cani, gatti.Come si contrae l’infezione da Bukholderia pseudomallei?
Lo sviluppo di un’infezione da Bukholderia pseudomallei (melioidosi) è dovuta a batteri che si trasmettono all’uomo attraverso il contatto diretto con terra e acqua contaminate (inalazione di polvere o gocce d’acqua, ingestione di acqua, contatto con terra contaminata), in particolare in presenza di tagli o abrasioni sulla pelle. Molto rararamente, l’infezione può trasmettersi da uomo a uomo .Quali sono le malattie e i sintomi correlati all’infezione da Bukholderia pseudomallei?
Esistono diversi tipi di infezione da Bukholderia pseudomallei (melioidosi), ciascuna con un proprio gruppo di sintomi. In generale, è importante sapere che la melioidosi è caratterizzata da una vasta gamma di sintomi che possono essere confusi con altre malattie come le forme prevalenti di polmonite e tubercolosi. In un’infezione localizzata, i principali sintomi che la caratterizzano sono: dolore o gonfiore localizzato, febbre, ulcerazione, ascesso. Se l’infezione è polmonare i sintomi includono: tosse, dolore al petto, febbre alta, cefalea, anoressia. Se il contagio è diffuso, i sintomi includono: febbre, cefalea, difficoltà respiratorie, disturbi addominali, dolori muscolari e/o dolori articolari, disorientamento, perdita di peso, convulsioni. Il periodo che intercorre tra l’esposizione ai batteri che provocano la malattia e la comparsa dei sintomi è piuttosto variabile; i segnali si manifestano generalmente due-quattro settimane dopo l’esposizione.Come può essere curata un’infezione da Bukholderia pseudomallei?
La durata del trattamento e il tipo di infezione da Bukholderia pseudomallei influenzano i risultati a lungo termine. Solitamente, il trattamento inizia con una terapia antimicrobica endovenosa per 10-14 giorni, seguita da 3-6 mesi di terapia antibiotica per via orale.Importante avvertenza
Le informazioni fornite sono di carattere generale e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. In caso di malessere, consultare il proprio medico o il pronto soccorso.Infezione da Clostridium difficile
Che cos’è il Clostridium difficile?
il Clostridium difficile è un batterio anaerobio Gram-positivo, presente fisiologicamente nella flora batterica della vagina e dell’intestino (rintracciabile quindi nelle feci). Attraverso la produzione nell’intestino di una tossina necrotizzante alcuni ceppi possono provocare nell’uomo la colite, in particolare quando riescono a moltiplicarsi nell’intestino in grandi quantità. Questo accade, ad esempio, quando la flora batterica intestinale si modifica a loro favore come avviene, ad esempio, in seguito a terapia antibiotica orale protratta nel tempo. A correre il rischio maggiore di contrarre questa infezione, sono in particolare le persone sottoposte a uso prolungato di antibiotici.Come si contrae l’infezione da Clostridium difficile?
Siccome il Clostridium difficile è rintracciabile nelle feci, è possibile contrarre l’infezione da questo batterio toccando le mani, la bocca e altre mucose (come quelle del naso o degli occhi) dopo aver maneggiato oggetti o superfici contaminate da feci. Il Clostridium difficile può sopravvivere per lunghi periodi su oggetti e superfici. Le più importanti regole di prevenzione sono: lavare le mani dopo l’uso della toilette e soprattutto prima di mangiare; controllare che la toilette sia pulita, soprattutto se è stata usata in precedenza da persone che soffrono di diarrea.Quali sono le malattie e i sintomi legati all’infezione da Clostridium difficile?
Tra i sintomi e le malattie legate all’infezione da Clostridium difficile, ci sono: diarrea acquosa (almeno tre movimenti intestinali al giorno per due o più giorni), febbre, perdita di appetito, nausea, dolore addominale, colite (processo infiammatorio del colon) e colite pseudomembranosa (sindrome caratterizzata da febbre, nausea e diarrea in concomitanza con la terapia antibiotica).Come si può curare un’infezione da Clostridium difficile?
Per trattare le infezioni da Clostridim difficile si possono utilizzare diversi antibiotici. In caso di infezione primaria il trattamento include l’impiego di metronidazolo (nei casi di infezioni lievi), vancomicina o fidaxomicina. Il trattamento deve essere somministrato per via orale e deve avere una durata di almeno 10 giorni. Quando possibile, si dovrebbe sospendere l’assunzione di altri antibiotici. È opportuno sapere che l’infezione si ripresenta in circa il 20% dei pazienti.Importante avvertenza
Le informazioni fornite sono di carattere generale e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. In caso di malessere, consultare il proprio medico o il pronto soccorso.Infezione da enterococchi
Che cos’è l’infezione da enterococchi?
L’infezione da enterococchi viene causata dagli enterococchi, batteri che sono presenti in natura, nello specifico nelle feci dei vertebrati. Esistono molte forme di infezioni da entrococchi, quelle più numerose trovano origine all’interno di strutture ospedaliere o sanitarie. La loro provenienza è dalla flora intestinale dei pazienti che lì sono ricoverati, o dall’uso di strumenti infetti che possono causare varie infezioni di natura urinaria, o da ferite chirurgiche soprattutto in soggetti che risultano essere più deboli o immuno-compromessi.Quali sono le malattie e i sintomi correlati all’infezione da enterococchi?
Le malattie associabili a infezioni da enterococchi hanno varia natura e possono riguardare il tratto urinario o essere infezioni a carico delle ferite o infezioni pelviche e intra-addominali, batteremia, mastoiditi e ascessi. I sintomi propri di queste infezioni possono essere, in linea di massima: brividi, febbre, dolori addominali, nausea, vomito, diarrea, aumento della respirazione e ipotensione.Come si può curare un’infezione da enterococchi?
L’infezione da enterococchi ha una virulenza minore rispetto ad altre infezioni, ma non per questo è da sottovalutare, anche perché in genere colpisce soggetti fragili come anziani o, come detto, immuno-compromessi. Gli enterococchi sono batteri che sembrano sviluppare una certa resistenza agli antibiotici per cui il trattamento che li riguarda deve essere individuato caso per caso, tenendo conto che sembrano comunque essere in parte sensibili all’impiego di pennicillina, vancomicina o ampicillina.Importante avvertenza
Le informazioni fornite sono di carattere generale e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. In caso di malessere, consultare il proprio medico o il pronto soccorso.Infezione da enterovirus D68 (EV D68)
Che cos’è l’infezione da enterovirus D68 (EV D68)?
Il virus dell’enterovirus D68 (noto anche come EV-D68) è uno degli oltre 100 enterovirus non-polio finora noti.identificato per la prima volta in California (Stati Uniti) nel 1962. In generale, i neonati e i bambini sono più a rischio di contrarre l’infezione da Enterovirus D68, perché il loro sistema immunitario è ancora in fase di formazione e rafforzamento. I bambini asmatici possono avere complicazioni respiratorie come risultato di un’infezione EV-D68. Ma anche gli adulti possono essere infettati da questo virus: l’infezione, nel loro caso, è in genere associata a una sintomatologia più leggera e spesso asintomatica.Come si contrae l’infezione da enterovirus D68?
Dal momento che può causare malattie respiratorie, l’enterovirus D68 può essere trovato nelle secrezioni respiratorie come muco, saliva o espettorato di una persona infetta. Si ritiene che l’EV-D68 si trasmetta da persona a persona quando una persona infetta tossisce, starnutisce o tocca un oggetto o una superficie che viene poi toccata da altri.Quali sono le malattie e i sintomi correlati a un’infezione da enterovirus D68?
La sintomatologia associata all’infezione da Enterovirus D68 varia a seconda del singolo caso: è possibile trovare pazienti con gravi complicazioni respiratorie e, al contrario, soggetti che, pur avendo contratto l’infezione, non hanno sintomi. In generale, questa infezione può essere caratterizzata da sintomi lievi come: naso che cola, starnuti, tosse, dolore muscolare, febbre, rash cutanei. Tra i sintomi più gravi sono inclusi: affanno e difficoltà respiratorie. Le persone con malattie respiratorie devono prestare particolare attenzione all’infezione da enterovirus D68.Come si può curare un’infezione da enterovirus D68?
A oggi non esiste un trattamento specifico per la lotta contro l’infezione da enterovirus D68. Le terapie utilizzate hanno il semplice fine di ridurre e controllare i sintomi. Gli individui che soffrono già di gravi malattie respiratorie possono aver bisogno di essere ricoverati in ospedale per far fronte alle complicazioni respiratorie che possono verificarsi.Importante avvertenza
Le informazioni fornite sono di carattere generale e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. In caso di malessere, consultare il proprio medico o il pronto soccorso.Infezione da enterovirus non polio
Che cosa sono le infezioni da enterovirus non polio?
Gli enterovirus non polio sono dei virus piuttosto comuni che causano infezioni principalmente nell’apparato respiratorio. Sebbene la maggior parte delle persone che vengono a stretto contatto con questi virus non si ammalano o presentano sintomi lievi (ad es. raffreddori), talune persone – soprattutto i bambini e le persone con deficienze immunitarie – possono avere complicazioni anche gravi.Come si contraggono le infezioni da enterovirus non polio?
Gli enterovirus non polio rappresentano un gruppo di oltre 100 virus che hanno caratteristiche specifiche e che danno origine a sintomi simili. Tali virus si trovano nelle feci e nelle secrezioni di occhi, naso e bocca (come saliva, muco, espettorato) della persona infetta. È quindi possibile contrarre il virus se si entra in stretto e ravvicinato contatto con una persona infetta (ad es. se si toccano utensili e/o superfici infette, o se si cambiano i pannolini o i panni di una persona infetta e poi si toccano gli occhi, il naso o la bocca prima di lavarsi accuratamente le mani), o si consuma acqua contaminata. Una persona infetta può diffondere il virus anche in assenza di sintomi.Quali sintomi e malattie possono essere associati a infezioni da enterovirus non polio?
I disturbi che accompagnano le infezioni da enterovirus non polio possono essere differenti da caso a caso poiché si possono avere pazienti con complicazioni gravi e soggetti che – nonostante abbiano contratto l’infezione – non mostrano alcun sintomo o presentano sintomi lievi. Chi ha un sistema immunitario più debole, come i neonati, i bambini, gli anziani e i malati, ha maggiori probabilità di contrarre tali infezioni e di sviluppare anche sintomi importanti; al contrario, negli adulti sani il più delle volte questo tipo di infezione non causa disagio. Quando si contraggono in forma lieve, queste infezioni possono essere accompagnate da: febbre, naso che cola, starnuti, tosse, eruzioni cutanee, dolori muscolari. Alcuni enterovirus non polivalenti possono causare malattie come ad esempio: congiuntivite virale, afta epizootica, meningite virale, encefalite virale, miocardite, pericardite, paralisi flaccida acuta, malattia muscolare infiammatoria. I neonati, i bambini e le persone con un sistema immunitario più debole in generale (come gli anziani e i malati) hanno maggiori probabilità di sviluppare queste complicazioni.Come si può curare un’infezione da enterovirus non polio?
Non c’è un trattamento specifico per le infezioni da enterovirus non polio. Gli individui con malattie lievi provocate da enterovirus non polio in genere hanno bisogno di un trattamento solo per lenire i sintomi. Alcune malattie causate da Enterovirus non polio possono portare al ricovero ospedaliero, specialmente nel caso di bambini piccoli, anziani e persone già malate.Importante avvertenza
Le informazioni fornite sono di carattere generale e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. In caso di malessere, consultare il proprio medico o il pronto soccorso.Infezione da Herpes virus
Che cos’è l’infezione da Herpes virus?
Con la denominazione infezione da Herpes virus si fa riferimento alle infezioni provocate dall’herpes simplex virus 1 (detto comunemente “Herpes labiale”), e dall’herpes simplex virus 2 (detto comunemente “herpes genitale”). Sia i virus che altri sottotipi di virus fanno parte della famiglia degli Herpesviridae.Come viene contratta l’Infezione da Herpes virus?
L’herpes labiale viene trasmesso attraverso un contatto ravvicinato con una persona infetta, ovvero attraverso baci e usando posate e asciugamani utilizzati da una persona infetta. L’herpes genitale viene trasmesso mediante contatto sessuale (fa parte del gruppo delle cosiddette “malattie a trasmissione sessuale”). Il contagio avviene tramite il contatto con l’area genitale infetta.Quali sono le malattie e i sintomi correlati all’infezione da Herpes virus?
Tra i sintomi che si associano all’infezione da Herpes labiale sono inclusi:- vescicole biancastre o rossastre piene di siero posizionate in prevalenza sulle labbra
- dolore e tumefazione nelle aree in cui sono presenti le vescicole
- prurito
- desensibilizzazione dell’area interessata dalle vescicole
- a volte le lesioni possono interessare l’interno della bocca o l’area oculare
- lesioni simili a quelle dell’Herpes labiale, ma posizionate nell’area genitale
- linfonodi inguinali gonfi.
- febbre
- emicrania
- dolori muscolari
- malessere generale.
Come si può curare un’infezione da Herpes virus?
Le medicine usate nel trattamento dell’Herpes Simplex Virus 1 e 2 sono antivirali. In caso di piaghe da raffreddamento (Herpes simplex virus 1), il trattamento è topico, cioè il farmaco viene applicato sotto forma di crema direttamente sulla lesione erpetica. Per la cura dell’herpes genitale (Herpes simplex virus 2) possono essere prescritti antivirali orali. Le preparazioni a base di cloruro di alluminio possono essere utilizzate per lenire il prurito e il bruciore generalmente associati alle lesioni erpetiche.Importante avvertenza
Le informazioni fornite sono di carattere generale e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. In caso di malessere, consultare il proprio medico o il pronto soccorso.Infezione da Klebsiella
Che cos’è l’infezione da Klebsiella?
Con il termine Klebsiella si indica un genere di batteri appartenenti alla famiglia delle Enterobacteriaceae. Si tratta di batteri gram-negativi dotati di una notevole capsula polisaccaridica che fornisce loro una resistenza altrettanto notevole alle difese dell’organismo che infettano. Esistono 3 specie di Klebsiella associate a malattie che colpiscono l’uomo:- pneumoniae (con la sottospecie K. ozaenae e K. rhinoscleromatis).
- oxytoca
- granulomatis.
In che modo si contrae l’infezione da Klebsiella?
Le infezioni da Klebsiella sono state particolarmente diffuse negli ultimi anni in ambito ospedaliero, ma la Klebsiella si manifesta ovunque. Può colonizzare la pelle, la faringe e il tubo digerente, le ferite e l’urina, e può essere trasmessa attraverso il contatto cutaneo con superfici contaminate, tramite feci, per via aerea e, in alcuni casi, sessualmente o da madre a figlio.Sintomi e malattie associate all’infezione da Klebsiella?
Le infezioni da Klebsiella sono principalmente associate a:- la polmonite contratta in ambiente ospedaliero
- le infezioni delle vie urinarie
- infezioni nosocomiali
- rinoceroma
- ozena
- le ulcere genitali croniche
- febbre
- brividi
- manifestazioni simil-influenzali
- tosse con espettorato denso, a volte contenente sangue
- incremento della minzione
- necessità di urinare con urgenza
- disagio nel pube superiore
- dolore lombare
- la presenza di batteri nelle urine
- papule o noduli a livello genitale
Cure e trattamenti
La cura più adatta in caso di infezione da Klebsiella dipende dagli organi coinvolti. Di solito all’inizio si procede empiricamente tentando la via del trattamento con antibiotici, per esempio con cefalosporine di terza generazione, carbapenemi, aminoglicosidi o chinoloni, talvolta raccomandati in combinazione. Talvolta sono efficaci anche le combinazioni ceftazidime, cefepime, levofloxacina, norfloxacina, moxifloxacina, meropenem, ertapenem e ampicillina/sulbactam, piperacillina/tazobactam e ticarcillina/acido cavulanico. Sfortunatamente, però, le Klebsielle sono spesso resistenti a molteplici antibiotici: gli enzimi della carbapenemasi prodotti da K. pneumoniae sono associati a una mortalità superiore al 50%. Qualche volta possono essere necessari trattamenti chirurgici, ad esempio per drenare ascessi polmonari.Importante avvertenza
Le informazioni fornite sono di carattere generale e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. In caso di malessere, consultare il proprio medico o il pronto soccorso.Infezione da linfogranuloma venereo (LGV)
Che cos’è l’infezione da linfogranuloma venereo (LGV)?
L’infezione da linfogranuloma venereo (LGV) è un’infezione sessualmente trasmissibile. Essa è causata da alcuni rari tipi di batteri del genere Chlamydia (in particolare tre dei 15 sierotipi della specie Chlamydia trachomatis). L’infezione da LGV è più aggressiva della comune infezione da Chlamydia. Nel passato era più probabile che si contraesse all’estero, in paesi dove la malattia è più diffusa come il Sud-Est asiatico, l’Africa, l’America centrale e meridionale e i Caraibi, ma di recente l’infezione si è diffusa anche in Europa e in Nord America.Come si contrae l’infezione da linfogranuloma venereo (LGV)?
Il linfogranuloma venereo (LGV) costituisce un’infezione sessualmente trasmissibile. Si trasmette tramite rapporti sessuali non protetti e la sua trasmissione è facilitata in presenza di traumi alla pelle o alle mucose. Le persone più a rischio sono quelle che hanno rapporti sessuali con più partner e occasionali. A volte l’infezione può essere asintomatica. L’uso corretto del preservativo per il sesso orale, vaginale e anale può ridurre significativamente il rischio di trasmissione di questa malattia venerea infettiva.Sintomi e malattie associate all’infezione da linfogranuloma venereo (LGV)
Le infezioni veneree da linfogranuloma sono inizialmente caratterizzate da una piccola e indolore erosione (nodulo o papula) a livello genitale, orale o anale. Dopo un periodo di incubazione di 5-21 giorni appaiono: febbre, brividi, mal di testa, dolori articolari e dolori muscolari, anoressia, gonfiore dei linfonodi regionali, disturbi dell’apparato digerente (diarrea, costipazione e dolori addominali) In uno stadio avanzato possono verificarsi: ingrossamento dei genitali (per ostruzione dei vasi linfatici) o ulcere nella zona genitale accompagnate da cicatrici. L’infezione venerea da linfogranuloma può arrivare a causare infezioni epatiche.Trattamento e cura dell’infezione da linfogranuloma venereo (LGV)
Per il trattamento dell’infezione da linfogranuloma venereo si usano antibiotici (tetracicline, cotrimossazolo). In genere sono necessarie tre settimane di trattamento per eliminare completamente l’infezione. In alcuni casi, i linfonodi ingrossati devono essere drenati con aghi. L’intervento chirurgico può essere necessario in uno stadio avanzato della malattia: se la malattia viene trascurata, in uno stadio avanzato possono comparire ulcere genitali accompagnate da cicatrici, che possono portare, nel tempo, a gonfiore cronico dei genitali e a restringimento dell’ano. Dal momento che altre malattie sessualmente trasmissibili (come l’HIV, ma anche l’epatite C) coesistono spesso con il linfogranuloma venereo, è una buona idea fare un check-up per comprendere appieno il proprio stato di salute.Importante avvertenza
Le informazioni fornite sono di carattere generale e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. In caso di malessere, consultare il proprio medico o il pronto soccorso.Infezione da pneumococco
Che cos’è un’infezione da pneumococco?
L’infezione da pneumococco viene provocata dallo Streptococcus pneumoniae, una forma di streptococco di cui esistono più di novanta ceppi diversi, molti dei quali sono causa di malattia, ma pochi sono responsabili di infezioni da pneumococco invasive.Come si contrae un’infezione da pneumococco?
Le infezioni pneumococciche sono trasmesse tramite via aerea attraverso un contatto con le secrezioni respiratorie o la saliva delle persone affette o portatrici sane di questo batterio, che si annida nella parte posteriore del naso o della gola. A maggior rischio di questa infezione sono i bambini di età inferiore ai 2 anni e quelli che vivono a contatto con altri bambini o che soffrono di alcuni problemi di salute (anemia falciforme, HIV, infezioni da HIV, malattie croniche del cuore o dei polmoni, perdita di liquido cerebrospinale) o che hanno impianti cocleari (orecchio artificiale elettronico). Negli adulti sono a maggior rischio, la popolazione di età superiore ai 65 anni e coloro che soffrono di malattie croniche o che indeboliscono il sistema immunitario, i fumatori, le persone con impianti cocleari e quelle con perdite di liquido cerebrospinale.Quali malattie possono associarsi alle infezioni da pneumococco?
Tra le infezioni più comunemente causate da streptococco (e i sintomi associati) ci sono:- le infezioni dell’orecchio, soprattutto l’otite media (dolore all’orecchio, arrossamento e gonfiore del timpano, febbre, sonnolenza)
- le infezioni del seno paranasale (febbre, debolezza, stanchezza, tosse, congestione)
- la polmonite (febbre, brividi, respirazione rapida o difficoltosa, dolori al petto)
- batteriemia e sepsi (febbre, brividi, scarsa vigilanza)
- meningite (rigidità del collo, febbre, mal di testa, sensibilità alla luce intensa, confusione)