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Lenti a contatto, è importante scegliere quelle giuste

Le lenti a contatto sono oggi acquistabili attraverso vari canali. Si trovano in farmacia, certo, ma anche in molti supermercati e possono essere reperite senza alcun problema sulle piattaforme di vendita online. Sono classificate dalla Legislazione dei Dispositivi Medici (MDR) come Dispositivi medici di Classe I (rischio minimo) e non richiedono, per essere acquistate, alcuna ricetta medica.

Una situazione ragionevole quando si tratta di lenti a contatto base, previste per correggere lievi difetti di vista, ma che può indurre disagi, anche di una certa gravità, quando si entra nel campo delle lenti personalizzate, che devono essere adottate secondo criteri soggettivi, che tengano conto della condizione di salute e della struttura di ogni singolo occhio.

Ne parliamo con Gabriele Esposito, ottico optometrista e contattologo del Centro Oculistico di Humanitas Castelli di Bergamo.

Con quale criterio si devono scegliere le lenti a contatto?

«Bisogna distinguere tra lenti semplici e lenti per situazioni più complesse. Per le prime bisogna applicare una scelta di buon senso, cioè non farsi convincere dalla pubblicità o dal prezzo. Non sempre, infatti, la lente più reclamizzata o quella più costosa è anche quella migliore. Bisogna dunque scegliere non la lente “più bella o famosa”, ma quella più adatta ai propri occhi. L’ideale è farsi consigliare da un contattologo, perché le varianti sono molte e riguardano curvatura, diametro e materiale, per cui anche le lenti usa-e-getta possono presentare tra loro molte differenze sostanziali. Ciò vale ancor più per le lenti che devono essere customizzate, personalizzate, costruite ad hoc sull’occhio del singolo paziente per specifiche esigenze».

È importante la scelta delle lenti, ma è altrettanto importante la loro gestione. Quali attenzioni si devono prestare?

«Sì, la gestione è fondamentale e quando non è consona rappresenta una delle prime cause di abbandono da parte del portatore. L’uso delle lenti a contatto prevede che la persona tocchi i propri occhi con le mani, richiede quindi un’igiene della pelle, delle superfici di appoggio delle mani e delle lenti stesse».

Ci sono motivi che possono indurre a preferire le lenti usa-e-getta?

«Le lenti usa-e-getta con durata giornaliera sono piuttosto diffuse e pratiche: le metto, le tolgo, le butto. Molto utilizzate sono anche quelle che hanno durate più lunghe: una settimana, 15 giorni, un mese. Sono efficaci, ma affinché le loro caratteristiche rimangano immutate nel tempo è fondamentale gestirle bene. È fondamentale evitare che vengano contaminate da batteri, polveri, sostanze dannose che possono generarsi negli ambienti di lavoro; inoltre bisogna scegliere le lenti di materiali e parametri adatti al proprio occhio. Il materiale, in particolare, è importante, perché deve convivere e interagire con l’occhio e con il film lacrimale. Se un film lacrimale è inadeguato, ad esempio, bisogna trovare un materiale che si sposi bene a tale condizione fisiologica».

L’attenzione nella scelta deve riguardare anche i liquidi di manutenzione?

«Certo, la pulizia e la disinfezione devono ricevere le dovute attenzioni. Se la lente è perfetta ma viene utilizzato un liquido non adatto, la lente provoca bruciore e fastidio. Ma non è colpa della lente, è importante quindi scoprirlo prima di effettuare continui cambi di tipologia di lente che non portano ad alcun risultato favorevole».

Parliamo della durata dell’utilizzo. C’è un numero di ore oltre cui si deve evitare l’uso di lenti?

«Le raccomandazioni sono quelle di utilizzare le lenti a contatto durante la giornata lavorativa o di studio, non dormire con le lenti a contatto e, quando possibile, alternarle agli occhiali così che l’occhio possa mantenere il proprio equilibrio fisiologico e la propria integrità».

Quando si avvertono fastidi agli occhi, pur dopo tanti anni che si utilizzano le lenti e quindi c’è una certa abitudine, che cosa è bene fare?

«È bene rivolgersi al proprio medico oculista o a uno specialista delle lenti a contatto, il contattologo. Il fatto di avere usato le lenti per un lungo periodo senza avere avuto problemi, che invece poi sono sorti, significa che l’occhio ha tollerato a lungo una soluzione applicativa inadeguata, che ora non riesce più a sostenere. A lungo termine si può non avvertire alcun sintomo e, quando si presenta, potrebbe essere già tardi. Per questo è bene sottoporsi a controlli specialistici periodici, meglio se in centri dotati di un ambulatorio di contattologia, come è il caso del Centro Oculistico di Humanitas Castelli. Nella maggior parte dei casi non si tratta si stravolgere le proprie abitudini: spesso sono sufficienti piccoli accorgimenti come cambiare i metodi di manutenzione, integrare con colliri specifici o sostituti lacrimali o anche solo prestare attenzione agli ambienti in cui si trascorre la maggior parte del tempo. Per esempio, un loro utilizzo prolungato davanti al computer, in ambienti con riscaldamento ad aria, contribuisce a disidratare la lente, facendole perdere la funzionalità che le è propria e incidendo negativamente sull’interazione e sul comfort che deve avere con la superficie corneale».

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