Arriva l’estate e la bella stagione e, con loro, le vacanze al mare e lo sport all’aperto. Immancabili compagne di giornate stesi in spiaggia e passeggiate al tramonto in solitudine sono le cuffiette. Wireless o con il cavo, non mancano mai in zaini, borse e tasche per godersi l’ascolto della propria musica preferita e, perché no, anche podcast e audiolibri.
Ma fanno bene o male alla salute delle orecchie? Secondo le stime, sono 7 milioni le persone in Italia che soffrono di ipoacusia, la patologia che comporta la riduzione o perdita dell’udito. Tuttavia, malgrado la sua diffusione, meno di un terzo della popolazione ha effettuato un controllo dell’udito negli ultimi 5 anni e più della metà non l’ha mai fatto.
Quali sono le cause? E come trattare la sordità? L’abbiamo chiesto al dottor Giovanni Cugini, responsabile dell’Otorinolaringoiatria di Humanitas Castelli di Bergamo.
Dottor Cugini, quali sono le cause della sordità?
“La sordità può essere congenita, conseguenza di malattie infettive come rosolia, morbillo e meningite o anche di una particolare conformazione anatomica dell’orecchio, facilmente trattabile, che non permette il corretto drenaggio del muco dall’orecchio medio. In età avanzata è dovuta al progressivo e graduale invecchiamento delle strutture nervose dell’udito che comporta una difficoltà a livello uditivo, inizialmente solo sui suoni ad alta frequenza e poi via via anche sui suoni a media e infine bassa intensità”.
Quanto conta l’esposizione ai rumori?
“Molto. Tanto è vero che in età adulta l’esposizione al rumore professionale e non è, insieme al fisiologico invecchiamento, chiamato presbiacusia, tra le principali causa di sordità. I rumori sono al centro dell’attenzione anche dell’OMS che stima che, a causa di abitudini di ascolto non sicure, oltre un miliardo di giovani nel mondo potrebbe essere a rischio di perdita dell’udito”.
Le cuffie della musica possono danneggiare il nostro udito?
“Non ci sono prove evidenti che ci sia un legame tra le cuffie e le sordità di neuorsensoriale legate all’organo di senso vero e proprio. Pare, quindi, che non comportino danni uditivi. Vale però sempre la regola della quantità di ore a cui si è esposti e l’intensità del suono”.
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