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Protesi ginocchio monocompartimentale


Quando si ricorre alla protesi ginocchio monocompartimentale?

In determinati casi di gonartrosi, tra le soluzioni a disposizione per salvare l’articolazione vi sono le seguenti due:

  • la medicina rigenerativa
  • la protesi ginocchio monocompartimentale.

La gonartrosi (artrosi del ginocchio) è una patologia degenerativa cronica che danneggia la cartilagine articolare, l’osso subcondrale, i legamenti e i tendini. Ogni singolo caso è a sé stante.

Col passare del tempo, l’artrosi può causare dolore, limitazione funzionale più o meno grave, rigidità articolare. Può anche degenerare in deformazione articolare, difficoltà importante di deambulazione fino all’infermità. Nei casi più gravi, la cartilagine si consuma completamente e l’osso subcondrale si addensa fino alla perdita totale della funzionalità articolare del ginocchio.

Quando la lesione degenerativa non è avanzata, non sono presenti anomalie biologiche o meccaniche, la terapia conservativa di ultima generazione è la medicina rigenerativa. Interviene quando il classico trattamento farmacologico (FANS, antidolorifici, infiltrazioni di acido ialuronico) o il percorso fisioterapico (tecarterapia e Laser Yag ad alta potenza) e riabilitativo non bastano.

La medicina rigenerativa, oltre a intervenire sui sintomi, punta alla rigenerazione della cartilagine e non solo per frenare la degenerazione articolare.

I migliori trattamenti rigenerativi sono i fattori di crescita PRP (Platelet-Rich Plasma, plasma arricchito di piastrine), nutraceutici orali (glucosamina e condroitina solfato) e cellule staminali. Le cellule staminali si prelevano dal midollo osseo e dal tessuto adiposo periombelicale del paziente.

Se anche la medicina rigenerativa non sortisce l’effetto sperato, si ricorre alla chirurgia mini invasiva selettiva che permette di rivestire solo la parte danneggiata e consente di salvare le parti sane del ginocchio con la protesi monocompartimentale.

 

Quali sono le differenze tra protesi ginocchio totale e protesi ginocchio monocompartimentale?

Innanzitutto, lo specialista eseguirà accurate valutazioni prima di decidere per l’intervento.

Proporrà la protesi al paziente solo se necessario, quando l’avanzamento della degenerazione articolare rende invalidante l’artrosi del ginocchio.

Durante la valutazione, il chirurgo esperto in tecnica mini invasiva potrà decidere se sia il caso di ricorrere a protesi totale o monocompartimentale (parziale) del ginocchio.

La degenerazione di osso e cartilagine può essere causata non solo dall’età avanzata ma anche da lesioni articolari provocate da attività sportive o incidenti stradali, obesità, alterazioni dell’asse della gamba (ginocchio valgo, varo e flesso).

Quando (oltre alla cartilagine) viene interessato l’osso subcondrale, la sua degenerazione può causare un processo infiammatorio doloroso della membrana sinoviale, con danni periostali.

La gonartrosi può coinvolgere un solo comparto dei tre che costituiscono l’articolazione (mediale, laterale o femoro-rotuleo), due o tutti e tre. Il comparto mediale (femoro-tibiale interno) è il più colpito (88% dei casi).

Si opta per la protesi ginocchio totale da impiantare tra tibia e femore sostituendo osso e cartilagine compromessi quando il danno articolare è esteso, grave e coinvolge tutti e tre i comparti dell’articolazione del ginocchio.

Si può, al contrario, innestare la protesi ginocchio monocompartimentale quando la gonartrosi compromette soltanto uno dei tre compartimenti. In questo caso, il chirurgo sostituirà soltanto il compartimento compromesso salvando le parti sane.

La protesi parziale può essere impiantata negli stadi non terminali dell’artrosi quando, di solito, viene colpita una sola area del ginocchio.

 

Quali sono i vantaggi della tecnica mini invasiva?

Si chiama chirurgia protesica mini invasiva perché è meno invasiva, meno traumatica rispetto a quella tradizionale dal momento che riduce sia i tempi di recupero, sia il trauma risparmiando il più possibile le parti sane.

Nei dettagli, riduce:

  • tempi di intervento, degenza, riabilitazione e recupero grazie al protocollo Fast Track
  • incisione, con conseguente cicatrice meno evidente
  • perdita di sangue, per cui la trasfusione non serve
  • trauma (dolore, gonfiore)
  • rischi post-operatori (infezioni, lussazioni)
  • attrito tra le componenti protesiche impiantate
  • costi sanitari.

I muscoli vengono semplicemente divaricati (non sezionati), le parti sane risparmiate (inclusi i tessuti molli). Se sani, i legamenti crociati (anteriore e posteriore) vengono preservati.

La protesi monocompartimentale mini invasiva è costituita da materiali evoluti, biocompatibili (come titanio, tantalio, polietilene). La durata media dell’impianto dipende da molti fattori, in media è di 25-30 anni.

L’intervento ha successo nel 98% dei casi.

 

La cicatrice è meno evidente?

La cicatrice risulterà meno visibile grazie all’incisione ridotta e, ancor meno evidente se vengono adottate modalità di chiusura della ferita con accurata sutura sottocutanea e utilizzo di colle cutanee.

Con questo sistema, che sostituisce i punti di sutura, si ottiene una guarigione cutanea migliore.

La ferita chirurgica viene coperta da una retina di protezione sigillata con colla biologica da rimuovere dopo 20 giorni. In tal modo, si formerà una pellicola resistente, elastica e impermeabile che non permetterà ai batteri più comuni di penetrare nella cute.

 

Quali sono i vantaggio della protesi ginocchio monocompartimentale?

La protesi ginocchio monocompartimentale, o parziale, rispetto a quella totale mini invasiva, risulta essere ancora meno traumatica grazie alla tecnica chirurgica selettiva. È anche più rapida in fatto di tempi di recupero.

Gli ulteriori vantaggi sono:

  • tempi di intervento, degenza, riabilitazione e recupero ridotti
  • possibilità di impiantare componenti più piccole in minor tempo (35-50 minuti)
  • minore ampiezza dell’incisione
  • risparmio osseo, muscolare e cartilagineo della parte sana, legamenti crociati anteriore e posteriore sani risparmiati
  • trauma (dolore, gonfiore) ridotto
  • componenti in metallo fissati all’osso con cemento nell’area compromessa
  • inserto in plastica (polietilene) posizionato tra le due parti metalliche allo scopo di rendere la superficie di scorrimento più liscia
  • minor rischio di infezione.

La protesi andrà a sostituire osso e cartilagine consumati ripristinando la corretta funzionalità articolare e riducendo il dolore.

Dopo l’intervento, l’articolazione del ginocchio sarà avvertita dal paziente come quella fisiologica del ginocchio sano: la protesi monocompartimentale asseconda la biomeccanica naturale.

Attualmente, rappresenta il metodo meno aggressivo e più sicuro, l’unica soluzione che può restituire al paziente una qualità della vita normale col minimo rischio.

L’unico elemento protesico soggetto a usura è l’inserto in polietilene. L’intervento per la sostituzione presenta meno rischi: per il chirurgo esperto risulta più semplice da eseguire.

In caso di revisione, la protesi monocompartimentale potrà essere facilmente sostituita e convertita in protesi totale.

 

Protesi ginocchio monocompartimentale, chi sono i candidati all’intervento?

Può sottoporsi all’intervento per l’impianto di una protesi monocompartimentale il paziente che:

  • ha una artrosi/degenerazione della cartilagine limitata a un solo comparto del ginocchio
  • presenta legamenti sani
  • non soffre di gravi rigidità articolari (ginocchio bloccato in flessione o estensione);
  • non presenta danni cartilaginei agli altri comparti del ginocchio.

L’intervento è indicato non solo in caso di gonartrosi ma anche per pazienti affetti da osteonecrosi del condilo femorale.

Al contrario, l’intervento per l’impianto di protesi ginocchio monocompartimentale è sconsigliato a pazienti:

  • con lesione del legamento crociato (posteriore o anteriore)
  • con artrite reumatoide in fase attiva in quanto l’infiammazione, in tal caso, danneggerà tutta l’articolazione
  • che presentano una contrattura del ginocchio in flessione oltre i 15 gradi
  • con deformità in varo superiore ai 25 gradi
  • con valgo maggiore di 25 gradi o con flessione inferiore a 90 gradi
  • affetti da condrocalcinosi e artropatia cristallina in fase grave
  • giovani impegnati nello sport a livello agonistico
  • adulti grandi obesi (BMI> 40).

 

Protesi monocompartimentale, quali sono i tempi di recupero?

Dopo l’intervento per l’impianto di una protesi ginocchio monocompartimentale, il dolore avvertito è minore e si verifica una tolleranza immediata al carico e all’esercizio. La protesi parziale porta a una maggiore mobilità.

Trattandosi di un intervento ancora meno traumatico e più rapido, si riducono anche i tempi di recupero (ripresa e riabilitazione)

Il paziente permane in ospedale al massimo 3 notti e, se vuole, potrà iniziare il percorso riabilitativo in regime ambulatoriale per altri 7-10 giorni.

Il paziente risultato idoneo a seguire il percorso rapido “Fast Track”, inizierà la riabilitazione il giorno stesso dell’intervento chirurgico, già dopo alcune ore. L’obiettivo è riattivare subito la muscolatura, attenuare il dolore e prevenire complicazioni respiratorie e cardiocircolatorie.

Non resterà inabile neanche un giorno: dopo poche ore dall’intervento, il paziente potrà fare i primi passi aiutandosi con le stampelle da utilizzare per 2-4 settimane anche se, in media, si abbandonano anche in tempi più ridotti.

Un programma fisioterapico mirato (con esercizi specifici e l’utilizzo della macchina Kinetec – CPM) sarà sufficiente per la riabilitazione e il ripristino del movimento articolare.

Il paziente riprenderà le normali attività quotidiane in 6 settimane.

A distanza di 3-4 mesi dall’intervento, potrà riprendere a camminare, giocare a golf, andare in bici, nuotare e praticare tutti gli sport a basso impatto.

La guarigione totale di tessuti e muscolatura e il pieno recupero funzionale richiedono dai 9 ai 15 mesi.

 

Che cos’è il percorso Fast Track?

Tradotto dall’inglese in “percorso rapido”, il protocollo Fast Track dimezza i tempi di degenza in ospedale e i tempi di recupero rispetto alla chirurgia convenzionale.

Con questo protocollo è cambiato il modo di pensare la chirurgia: si lavora, innanzitutto, per il benessere psico-fisico del paziente.

Prima dell’intervento, il paziente viene informato sulle procedure chirurgiche e anestesiologiche, quindi messo nelle condizioni di fare una scelta cosciente. Riceve consigli, viene preparato.

È stata abbandonata la pratica del digiuno pre-operatorio dalla mezzanotte del giorno precedente per assicurare una condizione metabolico/nutrizionale ottimale.

La fase operatoria prevede un costante monitoraggio anestesiologico, l’anestesia loco-regionale con blocco selettivo dei nervi, l’assistenza durante il risveglio. Si riducono notevolmente l’utilizzo di oppiacei e lo stress chirurgico.

Dopo l’intervento, si procede alla ripresa funzionale precoce. Il rapido recupero avviene con la gestione senza morfina del dolore e senza ricorrere alla trasfusione.

 

Protesi bi-monocompartimentale e bilaterale

La chirurgia mini invasiva permette di impiantare simultaneamente anche due protesi monocompartimentali nel ginocchio. Questo tipo di intervento, noto come impianto bi-monocompartimentale, serve a sostituire due dei tre compartimenti compromessi dalla gonartrosi.

Essendo un intervento mini invasivo e di veloce esecuzione, sarà possibile ove indicato impiantare simultaneamente una protesi monocompartimentale su tutte e due le ginocchia, se entrambe sono affette da gonartrosi.

Questo intervento viene denominato protesi monocompartimentale bilaterale mini invasiva in simultanea.