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Attività fisica, alimentazione e corretti stili di vita: anche da loro dipende la salute del nostro cuore

La salute del nostro cuore dipende anche e molto dai comportamenti che caratterizzano la nostra vita. Un corretto stile di vita aiuta il cuore a mantenersi sano tanto che, è stato calcolato, alcune buone attenzioni possono ridurre la possibilità di avere un infarto fino all’80%. Le principali di queste buone azioni sono il mantenere un’alimentazione corretta, lo svolgere una buona e costante attività fisica, il mantenere il proprio peso in linea, il non fumare e il bere alcol con moderazione.

Perché queste accortezze sono così importanti?

L’abbiamo chiesto al dottor Bruno Passaretti responsabile della Cardiologia clinica di Humanitas Castelli.

«Lo sono perché, appunto, hanno un risvolto molto pesante sulla salute cardiovascolare per cui se vogliamo aiutare il nostro cuore dobbiamo partire da questi comportamenti virtuosi. Ad esempio, un’attenta attività fisica può ridurre le probabilità di contrarre malattie cardiovascolari anche del 15-20%. Così come una buona alimentazione, povera di sale e di zuccheri e che fa ricorso raramente al consumo di carne rossa, ha un impatto estremamente importante sulla salute del cuore e dei vasi sanguigni».

A proposito di qualità della vita, quanto incide lo stress sulla salute del nostro cuore?

«Lo stress incide parecchio, ci sono infarti originati proprio da condizioni di stress, che avvengono su coronarie normali sulle quali gli ormoni prodotti dallo stress, in particolare le catecolamine, vanno a procurare gli spasmi che possono condurre addirittura, come detto, a un infarto. Per fortuna non sono situazioni molto ricorrenti, in generale possiamo dire che è abbastanza difficile che il cuore si possa ammalare solo a causa dello stress. Ma è un dato di fatto che lo stesso stress possa essere la classica goccia che fa traboccare il vaso che, insieme ad altre concause, può contribuire a provocare un attacco cardiaco».

Che cos’è, invece, l’ipertensione?

«L’ipertensione è un problema che conosciamo bene ma che non sempre è possibile curare in modo del tutto adeguato: anche sottoponendo i pazienti alla giusta terapia, la malattia continua a lavorare sotto sotto – per questo viene definita “killer silenziosa” – e a provocare danni su cuore, cervello, reni e così via. Per questo non deve mai essere sottovalutata e deve essere trattata anche in modo aggressivo, prestando attenzione non solo alla terapia medica, ma anche allo stile di vita, all’alimentazione, all’attività fisica».

Quando si parla di attività fisica adeguata, che cosa si intende?

«Le società scientifiche indicano come ideale lo svolgimento di 2 ore e mezza alla settimana di attività aerobica, quindi con movimento, di intensità anche moderata. Si parla in questo caso di una camminata veloce, una camminata in salita, l’uso della bicicletta, nuoto e qualsiasi movimento che ci faccia fare un po’ di fatica. Questa attività deve essere commisurata all’età e allo stato di salute della singola persona».

Anche le persone più anziane devono cercare di fare movimento?

«Certo, questa regola riguarda anche loro: è dimostrato che la persona di una certa età che svolge un’attività fisica anche lieve vive di più e meglio dell’anziano sedentario. Una delle cose che riducono maggiormente la mortalità, in particolare negli anziani, è l’avere un cane perché questo ti obbliga a uscire di casa e camminare».

Insomma, camminare fa bene al cuore…

«Sì, affermazione confermata da recenti studi che hanno studiato i quartieri delle città in base alla possibilità di camminarci senza particolari difficoltà. Il risultato ottenuto è la verifica che le persone che abitano in quartieri che offrono più possibilità di camminare hanno una pressione più bassa, soffrono meno di diabete e hanno il colesterolo HDL, quello che aiuta a proteggere l’organismo, più alto. Questo ci fa capire come in effetti l’attività fisica incida in maniera importante su tutti i fattori di rischio che riguardano le malattie cardiovascolari».

Responsabile reparto Cardiologia Clinica

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