L’acido clavulanico è un antibiotico, in particolare un potente inibitore progressivo delle beta-lattamasi, dello Staphylococcus aureus e di molti batteri gram-negativi.
Questo acido agisce in questo modo: penetra attraverso la parete batterica e rende inattivi sia gli enzimi extracellulari sia quelli di membrana impedendo così la distruzione degli antibiotici beta-lattimici e ampliandone l’attività e lo spettro d’azione nei confronti di molti ceppi resistenti.
Da solo, l’acido clavulanico non produce alcun effetto antibatterico utile, per cui deve essere somministrato sempre in associazione con altri antibiotici come l’amoxicillina, la carbenicillina e la ticarcillina.
A che cosa serve l’acido clavulanico?
L’acido clavulanico, in associazione con altri antibiotici, viene usato per impedire che gli antibiotici beta-lattimici siano distrutti e per ampliare lo spettro d’azione e l’attività di questi antibiotici in confronto a molti ceppi resistenti.
Come si assume l’acido clavulanico?
L’acido clavulanico viene assunto per via orale o per via parenterale (iniezioni o infusioni) in associazione con altri antibiotici.
Quali effetti collaterali ha l’assunzione di acido clavulanico?
L’assunzione dell’acido clavulanico può generare vari affetti collaterali a seguito della sua combinazione con gli altri farmaci con cui viene somministrato, soprattutto dalla combinazione acido clavulanico+amoxicillina, che può generare, in particolare, un’incidenza aumentata di ittero colecostatico ed epatite acuta.
Quali sono le controindicazioni all’uso di acido clavulanico?
L’assunzione di acido clavulanico è controindicata durante la gravidanza e deve essere presa in considerazione solo nel caso in cui il medico la ritenga essenziale per il benessere della madre.
È bene astenersi anche durante l’allattamento perché non se ne conoscono del tutto gli effetti che si possono produrre sul bambino allattato.
Avvertenza
Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico.