Che cos’è il principio di annegamento?
Con
principio di annegamento si designa il quadro clinico di un soggetto che ha
inalato dell’acqua, ma che è vivo e può ancora essere salvato.
A determinare l’annegamento è quindi l’
ostruzione delle vie aeree da parte di un liquido, una situazione che di solito si appalesa al mare, al lago, in un fiume o in piscina.
Non è però necessario che la vittima si ritrovi
immersa in acqua alta: il principio di annegamento può difatti verificarsi anche in
quantitativi di liquido ridotti. Ecco il motivo per cui è importante
non perdere mai di vista i bambini all’interno delle vaschette e delle vasche da bagno, così come delle piscine gonfiabili.
Quali sono i sintomi associati al principio di annegamento?
I principali segnali e sintomi legati al
principio di annegamento sono i seguenti:
- tosse, se la vittima emette espettorato rosato o rosso, la situazione è estremamente grave
- dolore al torace
- cianosi ovvero colorito bluastro della pelle, evidente soprattutto alle estremità (dita, naso, orecchie)
- respirazione corta e frequente
- convulsioni (più di rado)
- nei casi particolarmente gravi si possono manifestare sia perdita di coscienza sia arresto cardiocircolatorio.
Che cosa fare in caso di principio di annegamento?
In caso di
principio di annegamento è raccomandato
chiamare immediatamente un’ambulanza. In attesa dell’arrivo dei soccorsi, è importante portare il soggetto
fuori dall’acqua e somministrargli dell’
ossigeno (se si è pratici, attraverso la
respirazione bocca a bocca).
Che cosa non fare in caso di principio di annegamento?
In caso di
principio di annegamento non bisogna mai cercare, in alcun modo, di
vuotare i polmoni dall’acqua: ciò potrebbe indurre il
vomito, con pericolo di
soffocamento dovuto all’inalazione da parte della vittima del materiale emesso .
Importante avvertenza
Le informazioni di questa scheda forniscono
semplici suggerimenti utili a tenere sotto controllo la situazione in caso di attesa dei soccorsi e
non sono in nessun caso da considerarsi interventi che possano sostituire l’intervento degli operatori di primo soccorso.